L’Italia ha le sembianze di un’irredentista dallo sguardo severo e profondo. Tiene tra le labbra una spiga sottile ed è avvolta nel tricolore con stemma sabaudo.
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© 2025 L'Italia turrita.
Data |
1904 |
Autore |
Dudovich Marcello |
Tipologia |
Manifesto |
Tecnica |
Cromolitografia |
Provenienza |
Collezione Salce, Museo Nazionale, Treviso / Stampa: Bologna, Chappuis |
Dimensione |
cm. 85 x 125 |
Tag |
Italia |
Dudovich Marcello |
Marcello Dudovich (Trieste 1878 – Milano 1962): pubblicitario e pittore italiano. Assieme a Leonetto Cappiello, Adolf Hohenstein, Giovanni Maria Mataloni e Leopoldo Metlicovitz fu uno dei padri del moderno cartellonismo pubblicitario italiano. Nel 1897 si trasferì a Milano e grazie all'amicizia del padre con Leopoldo Metlicovitz, all'epoca già affermato pittore e cartellonista, Marcello venne assunto come litografo alle Officine Grafiche Ricordi. In questo ambiente, l'artista ebbe modo di confrontarsi con i lavori di alcuni dei più apprezzati cartellonisti dell'epoca, come Adolf Hohenstein, Aleardo Villa, Leonetto Cappiello, Giovanni Maria Mataloni e venne incaricato di realizzare bozzetti per la pubblicità. Nel 1899, fu chiamato a Bologna per lavorare presso lo Stabilimento Grafico di Edmondo Chappuis; l’artista rimase a Bologna per sei anni intensamente produttivi: nel capoluogo emiliano iniziò infatti a produrre cartelloni pubblicitari, copertine, illustrazioni e schizzi per varie riviste. Rimase a Bologna fino al 1905, anno in cui termina la cooperazione con lo stabilimento Chappuis. Nel 1906 tornò a Milano, ristabilendo i rapporti con le Officine Grafiche Ricordi. Gli fu poi affidato l'incarico di decorare le pareti esterne del padiglione italiano di arte decorativa dell'Esposizione Internazionale milanese. Il 1907 e il 1913 furono gli anni dei manifesti, che realizzò per le campagne pubblicitarie promosse dai Grandi Magazzini napoletani dei Fratelli Mele e per la ditta alessandrina Borsalino. Nel 1911 l'artista fu chiamato a Monaco di Baviera dalla Casa Editrice Albert Langen, dove gli venne offerta una collaborazione di reporter come inviato speciale del famoso periodico di satira politica e sociale «Simplicissimus». Accettato l'incarico, sostituendo Reznicek come disegnatore nella redazione, illustrò per circa quattro anni, dal 1911 al 1915, la pagina mondana del giornale tedesco con un'estesa produzione di acquarelli, chine e disegni, entrando in contatto con gli esponenti di spicco della grafica tedesca quali Wilhelm Schulz, Theodor Heine e Eduard Thöny. Durante la prima guerra mondiale, non potendo partire per il fronte, perché accusato di simpatie per la Germania, vista la sua collaborazione al periodico «Simplicissimus», Dudovich lavorò ad alcuni manifesti di soggetto bellico. Nel 1920, tornò a Milano e con l'avvocato Arnaldo Steffenini fondò la società editrice “Star”, ditta che produceva manifesti per conto dell'I.G.A.P. (Impresa Generale Affissioni Pubblicità), della quale fu direttore artistico dal 1922 al 1936, insieme a Marcello Nizzoli e Luigi Martinati. Dudovich creò manifesti per le campagne pubblicitarie delle maggiori industrie italiane e iniziò in quegli anni la lunga collaborazione con i magazzini de La Rinascente, per la quale, dal 1921 al 1956, realizzò oltre 100 manifesti. Negli anni Trenta e nel secondo dopoguerra continuò l’attività dell’artista, incentrata sul manifesto.Altre immagini dello stesso autore |
L’Italia ha le sembianze di un’irredentista dallo sguardo severo e profondo. Tiene tra le labbra una spiga sottile ed è avvolta nel tricolore con stemma sabaudo.