Venezia è una donna incatenata ad un ceppo, sormontato da un’aquila bipenne, ed è venduta per strada in un “asta pubblica”. Garibaldi è pronto a liberarla, anche con la forza. In calce: “Grullerelli! Con gli abiti a sbrendoli, e col taschino all’asciutto mi venite innanzi per comprar quella mia schiava? – Messeri…tiratevi un tantino da banda e vedrete come ve l’acconcio io quel farabutto, se e’ vuol dell’oro, io lo pago a moneta sonante”.